RADIO LIBERA TUTTI (https://www.radioliberatutti.it/musica/artisti/ite...)

Più che un album musicale, una vera e propria esperienza sensoriale. Il milanese M U T O (alias Stefano Lai, ex March Division) esplora il territorio dell'elettronica dentro e fuori il dancefloor, tra industrial, dubstep, ambient, techno, echi e riverberi. Rimanendo muto e lasciando parlare la musica. Un trip mentale, una gita nella testa su un altro pianeta.

"Independent" segna l'esordio di questo progetto interessante, il cammino di un artista lontano dalla massa. Indipendente.

mood: una dimensione parallela, di musica elettronica


IMPATTO SONORO (http://www.impattosonoro.it/2017/02/09/recensioni/...)

Esordio assoluto per M U T O, del quale non si sa correntemente molto. Italiano, con sede (pare) a Berlino, devoto all’elettronica alla quale unisce quel pizzico di sociopatia che non guasta mai.

Mette in fila 8 pezzi, anticipati da un singolo (Aria) e da un non banale remix di Crystalised dei The XX, mettendo subito in chiaro che non ha molta voglia di fermarsi davanti alle sfide. La sua elettronica inizia con cipiglio industrial, rimanda ad un futuro nel quale forse non vorremmo vivere, e rimane sempre fredda, calma. Sa dove va e come ci vuole andare, non sembra voler inserire nemmeno un suono che non gli appartenga a pieno.

Gioca con l’ascoltatore mentre mescola i ritmi, rimbalza i suoni da un orecchio all’altro, arriva a pezzi che spezzano il fiato continuamente ( You Know), sa accelerare al bisogno (Apocalypse) e conclude il disco come se niente indicasse la fine, come se tutto fosse circolare e andasse ascoltato in loop un numero imprecisato di volte (cosa che avrete l’istinto di fare da subito).

Un lavoro di alto livello che dimostra che anche negli angoli sconosciuti (per ora) si trovano delle perle, basta tenderci l’orecchio.


SHIVER (http://www.shiverwebzine.com/2017/02/20/muto-indep...)

Annunciato da un singolo contenente “Aria” e la cover di “Crystalized” dei The XX, esce ora per Prismopaco Records Independent, primo album del progetto elettronico MUTO.

Il progetto è interessante ed alterna sonorità elettroniche à la Moderat, ad esempio nella opening track “Awake” a momenti che tirano in ballo la drum and bass, come la successiva “Independent” fino ad arrivare ad esplorare i terreni più scomodi della dubstep e della techno, come in “Winternet”, fino ad arrivare ad “Aria”, singolo di punta e brano più emotional di questo disco. Secondo lo stesso MUTO “Questo primo album è in realtà un viaggio. Moderno Ulisse, lascio il porto sicuro per andare incontro all’ignoto, alla conoscenza profonda delle inquietudini e della pace, trasportato dalla mia barca, sul mare delle sensazioni. Ogni brano è un porto, una transizione, un nuovo pensiero, uno stato d’animo, un racconto. Un mezzo per descrivere senza parole le diverse emozioni che attraversano l’animo umano e che ci rendono vivi. Ed indipendenti, in quanto unici.”

Il live si preannuncia scoppiettante, con l’ausilio di immagini che arricchiscono il tutto donando una terza dimensione alla musica, ed aspettiamo di vederlo presto per renderci conto dell’effettiva portata della commistione tra testo ed immagini per godere appieno l’esperienza di questo progetto musicale d’impatto.

(Mario Mucedola)


VIVALOWCOST (https://www.vivalowcost.com/low-music/recensione-d...)

Il 17 febbraio 2017 esce per Prismopaco Records, "Independent", il primo album del progetto milanese Muto. Il progetto mette a fuoco un lavoro che viaggia su un doppio binario. Se da un lato infatti l'elettronica è essenziale e mai invasiva, dall'altro ci si può immergere in sfumature di suono che ricordando la formula più intima dell'electro melodica, vedi l'intro "Awake inside", di certi lavori degli Apparat o dei compianti Telefon Tel Aviv come il loro ultimo struggente "Immacolate yourself".

Non manca il glitch fennesziano in alcuni pezzi come la commovente "Loser" che potrebbe stare bene anche in un disco capolavoro come "Understanding" dei Röyksopp. "Independent" è sensualissima coi suoi bassi whobble come se Burial avesse manomesso le macchine dei Muto verso sonorità a metà tra la catatonia post-apocalisse di marca 4AD/Hyperdub e la drum&bass più tirata dell'Aphex Twin di "Come to daddy". "Winternet", invece, sa dei primi Knife mentre il chill&bass di "Apocalypse" resta in surplace per un pò, poi mette la cassa e il rullante in un singolar tenzone di sincopi alla Lopatin più sconvolto.

Poi c'è "Aria" che è uscita in due versioni il 16 dicembre in un singolo contenente anche la cover di Crystalised dei The XX. Insomma questo è un progetto sì di maniera elettronica, ma non di elettronica di maniera e la sua eccletticità, viaggiando di traccia in traccia, fa incontrare i due binari di cui si parlava all'inizio. La tangente si trova in un unico grande snodo emozionale dove poi il viaggio del suono, dei richiami, della texture stilistica, fa posto al partire e all'arrivare sulla corda del cuore.
È così che questo disco diventa una stupenda esperienza sensoriale, imprevista e imprevedibile.


L'INDIPENDENTE (http://www.lindiependente.it/the-subterranean-tape...)

Se si potesse creare un profilo dell’abitante del sotterraneo, per come lo intendiamo noi, tutto corrisponderebbe a M U T O, oscuro producer di cui non si conosce praticamente nulla ma che, nel suo esordio Independent, descrive un ambiente industrial, fatto di sentimenti e ritmiche mai dome. Anticipato dal singolo Aria e da una cover di Crystalised degli XX, M U T O non dà tregua al suo ascoltatore, lo fa precipitare in un vertiginoso susseguirsi di beat e sensazioni che lo avvolgono fino a depredarlo della propria identità. Assorbimento e adesione totale al sonoro, quella di Winternet, mentre lo spettro di Loser assorbe tutti i colori e restituisce un panorama completamente modificato. Il nero, quello del buio, non è necessariamente negativo, o portatore di dolore, se impari a conoscerlo. M U T O ha questa capacità, trasformare suoni duri e ostili in brevi fiabe sulla catastrofe, fra i residui di ciò che abbiamo perso e che dolcemente ci accostiamo ad ammirare.

Streaming completo


INDIEPERCUI (http://indiepercui.altervista.org/muto-independent...)

Viaggio nello spazio profondo alla ricerca del beat giusto il beat perfetto in un anfratto stilistico che ricava la propria dimensione, la propria dimora attraverso le costellazioni e il buio in un divagare senza meta che costringe l’ascoltatore ad entrare in una purificazione fatta di luce e ombre misteriose, tra le compenetrazioni dei momenti e gli abbagli della vita quotidiana, per questo progetto di suoni e molteplicità che avanza, un nuovo disco che si fa percorso all’interno di una società automa alla ricerca del nostro essere veri e reali, esseri indipendenti e capaci di conquistare quelle piccole parti di vita che in verità ci appartengono fino nel profondo, per un album fatto di otto incursioni paranormali che rendono meno sfocata quell’idea di musica che si fa mezzo per comunicare attraverso ogni latitudine terrestre, un viaggio elettronico in balia del vento e del mare tra isole da conquistare e porti/canzoni in cui riposare.


STANDOUT (http://www.standout-zine.it/muto-independent/)

Esce il 17 febbraio il primo album del progetto milanese "MUTO", sotto etichetta Prismopaco Records. "Independent", questo è il titolo, contiene otto tracce che riassumono l’elettronica degli ultimi anni, con elementi di dubstep, trap music e techno. L'album gioca molto con la tensione dell’ascoltatore, creando atmosfere offuscate, perse nella moltitudine di suoni che compongono ogni brano. E se a un primo ascolto questo aspetto può rappresentare un punto di forza, a lungo andare la suspense scade in qualcosa di monotono, come nella prima traccia "Awake-inside". Ma in questo disco c'è tanto altro, basti prestare attenzione alla cura dei particolari, agli accenni di sitar nella terza traccia "Winternet" o alle suggestive voci di sottofondo che si sentono in "Aria". "Independent" è un album fortemente attuale e originale. Non è facile creare un disco strumentale e artisticamente interessante ma il progetto MUTO con questo primo lavoro è stato in grado di centrare l'obiettivo. Il futuro sarà loro? Chissà. Per adesso godersi quest’album è, di certo, un buon inizio. 


DISTOPIC (http://www.distopic.it/muto-independent/)

Un paio di cose prima della recensione: “Independent” funziona soprattutto se sparato bello alto nello stereo o nelle cuffie, a volume normale perde qualcosa, inoltre è un disco di elettronica che vi farà tornare indietro nel tempo, perché le concessioni alla scena Anni Novanta sono numerose, frequenti e mai nascoste fra le pieghe.

«Ogni brano è un porto, una transizione, un nuovo pensiero, uno stato d’animo, un racconto. Un mezzo per descrivere senza parole le diverse emozioni che attraversano l’animo umano e che ci rendono vivi ed indipendenti, in quanto unici».

Fra techno, drum’n’bass e atmosfere che si dilatano leggermente, Muto racconta la sua idea di musica senza perdersi in giri inutili. L’album è piuttosto immediato e di facile lettura (a patto che si segua il consiglio nell’incipit…) ed evidenzia una certa sensibilità dell’autore nel maneggiare i suoni e nel disporli nell’ordine giusto. E’ un disco per ballare? Ni, nel senso che alcune tracce sono ballabili, ma nel complesso l’album si interessa di lasciare la mente libera di attraversare il quotidiano senza curarsi troppo del futuro, che è poi un modo “alto” per dire che il compact intrattiene e rilassa, rassicura e ipnotizza, ammazza e lenisce. A noi è piaciuto già al primo ascolto .


TRAKS (http://www.musictraks.com/muto-independent-la-rece...)

Esce venerdì 17 febbraio Independent, il primo disco di Muto, progetto elettronico milanese, per la Prismopaco Records. Il disco è stato anticipato il 16 dicembre con un singolo contenente due versioni della traccia Aria e una cover di Crystalised dei The xx. Muto si muove su scenari electro, con influenze dubstep, techno e drum’n’bass, ci sono echi dei Moderat e della scena mitteleuropea, ma anche di una certa elettronica inglese alla Andy Stott.

Muto traccia per traccia

Awake inside apre il disco consegnando l’ascoltatore ad ambienti tecnologici in cui si annidano voci e suoni piuttosto controllati, che conferiscono un certo senso di maestosità all’architettura del pezzo. La title track Independent scegli un approccio più vicino al terreno, anche se le aspirazioni verso l’alto non mancano. Il finale del pezzo scivola su ghiaccio sottile e si fa particolarmente vivace e colorato.

Winternet ha ritmi leggermente allentati, ma costruisce su echi sfuggenti, come alla ricerca di un equilibrio sempre precario. Fantasmi dal passo pesante entrano nella seconda parte del brano, che si dipana su movimenti electro ben distinti. Loser, giocoforza, ha un approccio pessimista, con momenti cupi non troppo sfumati.

La già citata Aria si presenta qui in una versione ricca di cambi di ritmo e di Passaggi in aderenza, con un’alternanza tra vicino e lontano che conferisce tridimensionalità al pezzo. Dopo la sfuggente You Know è il turno di Apocalypse, che marca il territorio con ritmi cadenzati e un mood inquieto. Si chiude con il bollore incipiente di Induction, che inserisce qualche indizio di world music in un panorama acido e molto tirato.

Buon lavoro dei Muto, che nelle otto tracce condensano un viaggio electro senza molte nostalgie, con buona consistenza e idee piuttosto visionarie.

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